di Tommy il mercoledì 4 settembre 2013, 14:21
Pura fatalità che deve però ricordarci che le due ruote richiedono una costante concentrazione.
Rovigo, 22 agosto 2013 - QUEL BRACCIO alzato proprio non l’aveva visto. Il pilota davanti a lui aveva alzato la mano sinistra, come da convenzione, per segnalare che stava rallentando. Ma lui, non si sa perché, è uscito di traiettoria e quando se l’è trovato di fronte era troppo tardi: ha tentato di frenare, ha sbandato, la moto gli si è intraversata e lui è rimasto schiacciato tra la sua Kawasaki Ninja verde (non immatricolata, quindi utilizzabile solo in pista) e la Yamaha R6 che lo precedeva. Non ce l’ha fatta: è morto sul colpo. Se ne è andato così, ieri mattina, Danny Trevisan, 29 anni di Este, sull’asfalto del circuito di Adria. L’altro pilota, per miracolo, è uscito illeso dalla carambola ma è stato trasportato in ospedale, ad Adria, per accertamenti. La sessione di prove è stata sospesa. La dinamica è al vaglio dei carabinieri diretti dal luogotenente Rocco Cannabona, ma il circuito ha un impianto di videosorveglianza della pista che non lascerebbe dubbi.
TUTTO è successo intorno alle 11,40, nel rettilineo che unisce la curva 2 alla 3. «A quell’ora c’erano una trentina di moto in pista — spiega Mario Altoè, direttore del circuito dal 2001 —. Era una normale sessione di prove private moto, una delle tante che facciamo questo mese». Ieri, infatti, era attiva la promozione 2x1 (di due persone il biglietto della giornata intera lo pagava uno solo) e per questo la pista era al completo, con 90 persone prenotate. A un certo punto è successo l’impensabile. «Un ragazzo (M. Z., 22 anni di Favaro in provincia di Venezia, ndr) aveva alzato il braccio sinistro, segnale che indica un rallentamento della velocità — continua il direttore —. Nelle immagini si vede il giovane uscire di traiettoria e all’improvviso arrivare l’altro da dietro».
Trevisan pare abbia tentato una frenata che gli ha fatto perdere il controllo della moto. La Kawasaki si è messa di traverso e lui sarebbe rimasto schiacciato tra la sua moto e la Yamaha del pilota che lo precedeva. Entrambi sono stati trascinati dalla violenza dell’impatto per un centinaio di metri. Secondo la direzione dell’impianto, dalla curva si esce sui 100-130 chilometri orari, ma per i carabinieri l’impatto tra i due piloti potrebbe essere avvenuto ai 160. Si sono precipitate due ambulanze ed è stato chiamato l’elicottero da Padova. Invano, Danny è morto sul colpo per il trauma al torace e al collo.
IERI SERA IL MEDICO legale, su incarico del pm Sabrina Duò, ha eseguito un esame esterno del cadavere. I genitori di Danny hanno autorizzato l’espianto totale di organi e tessuti. L’altro pilota, soccorso anch’egli, è stato portato in ospedale, per accertamenti, solo diverso tempo dopo l’incidente. Ai carabinieri ha riferito di essersi sentito spingere da dietro, di non aver visto nulla. Aveva rallentato per lasciar scorerre piloti più veloci di lui. Il pm ha disposto il sequestro di tutte e due le moto, ma non della pista. Dal 2001 a oggi, si tratta del terzo incidente mortale.
