di Alex28 il venerdì 29 giugno 2012, 18:20
Un’altra prestazione opaca, l’ennesima quarta fila dopo le qualifiche, 10° a 1”344 da Stoner. Valentino Rossi è insofferente, si ritrova ancora una volta a ripetere gli stessi problemi: “non abbiamo trazione e se modifichiamo la distribuzione dei pesi, caricando maggiormente il posteriore, la moto diventa difficile da guidare”. La classica coperta corta, se si migliora da una parte si peggiora dall’altra, e viceversa. Il problema è noto, da mesi, ma la soluzione tarda ad arrivare e il Dottore sembra avere esaurito la pazienza.
Non importa che non sia riuscito a sfruttare la gomme morbida a causa degli scrosci di pioggia. “Partire una o due posizioni avanti non cambia molto, in gara faticheremo, lo pneumatico posteriore non regge – ammette – I problemi che abbiamo sono chiari bisognerebbe incominciare a fare qualcosa per risolverli”.
Non si fa abbastanza?
“La Honda, che ha una moto competitiva, ha portato qui un nuovo telaio per risolvere i problemi di chattering. Anche noi dovremmo lavorare sulla parte ciclistica”.
Non c’è niente in cantiere?
“Per quanto riguarda il motore sì, ma per quanto riguarda la ciclistica non mi sembra che ci sia un piano di sviluppo”.
Come ti spieghi questa situazione?
“Forse in Ducati pensano che quello che diciamo noi piloti non sia vero, oppure che sia sbagliato”.
Ne hai parlato con Filippo Preziosi, non hai ricevuto una risposta?
“Gliel’ho detto già tre o quattro mesi fa e non ho saputo nulla. I problemi li abbiamo sia al motore che alla ciclistica, per i secondi non mi sembra che ci sia un piano per risolverli a breve”.
Sembra un ultimatum.
“Quello che sto dando è un consiglio. Bisogna fare un piano preciso e fidarsi della sensazioni dei piloti per cercare di migliorare”.
C’è un tempo limite perché questo accada?
“Non servono scadenze, ma idee. Per il motore ci sono già, per il resto no”.
Il problema ha origine da Filippo Preziosi?
“Questo non lo so”.
Stai guardando ad altre strade per il futuro?
“Non è cambiato niente dai giorni scorsi, mi piacerebbe rendere la Ducati una moto competitiva”.
Ci sono voci che ti vogliono alla Yamaha.
“Non ne so niente. Non è che io ieri sera abbia firmato un contratto con qualcuno”.
Meglio parlare di calcio, cosa dici sulla finale Italia contro Spagna?
"Sono due squadre che si sono meritate di ottenere quei risultati, noi siamo stati più bravi in semifinale però".
Un pronostico?
"Dico 50 e 50. Però la Spagna è favorita".
Si lascia andare a una risata, per la prima volta.
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ASSEN – L’amore – se amore è mai stato – è finito. Prima, a caldo, ai microfoni di Italia1, Valentino Rossi aveva detto: “Il problema è chiarissimo, ma non lo risolviamo: bisognerebbe lavorare, andare avanti. Alla Honda, ieri avevano un telaio nuovo, qui si vede che va bene così. Abbiamo spostato il peso sul posteriore per avere più grip, ma la moto diventa inguidabile davanti”.
Poi, a freddo, Valentino è stato ancora più duro.
“I problemi che abbiamo con questa moto sono chiari da qualche mese: bisognerebbe concentrarsi e fare qualcosa per risolverli. Gli altri continuano a lavorare: la Honda va forte, ma qui avevano un telaio differente per cercare di risolvere i problemi segnalati da Stoner e Pedrosa e provare a essere più competitivi. Bisognerebbe lavorare di più. In cantiere c’è un nuovo motore più dolce, ma sul resto della moto, sulla ciclistica, non si fa niente, non c’è un piano per risolvere gli inconvenienti: noi proviamo con la messa a punto, ma non ce la facciamo. Forse pensano che quello che dicono i piloti non vada bene: con Preziosi ho già parlato qualche mese fa. Stanno cercando di migliorare il motore, e questo va bene, ma c’è anche il resto. A me piacerebbe continuare con Ducati: il mio consiglio è fare un piano preciso per il futuro, fidarsi delle sensazioni dei piloti. Non servono delle scadenze, bisognerebbe avere delle idee”.
C’è ancora qualcuno convinto che Rossi nel 2013 guiderà una Ducati?
Giovanni Zamagni
29/06/2012
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ASSEN – Il sogno di vincere la sfida con la Ducati sta definitivamente svanendo, affossato da difficoltà tecniche apparentemente insormontabili. «La mia prima opzione è rimanere qui e rendere competitiva la Desmosedici» continua a ripetere Valentino Rossi, ma la realtà sembra molto differente: nel 2013 il nove volte iridato sarà probabilmente in sella a una Yamaha M1 ufficiale, a fianco di Jorge Lorenzo.
Illazioni giornalistiche? Per il momento sì, non c’è nulla di ufficiale, ma tutti gli indizi portano al clamoroso ritorno di Rossi alla Casa con la quale ha vinto più GP nella massima cilindrata. Ne sono convinti anche a Borgo Panigale, che stanno cercando un’alternativa per il 2013: non è un segreto che piace Cal Crutchlow (anche da affiancare a Rossi, non solo come sostituto) e si sta valutando se continuare con Nicky Hayden.
Valentino, invece, pensa solo alla Yamaha: all’inizio, l’idea era quella di creare un nuovo team VR46 con una M1 sicuramente ufficiale nella sostanza, magari non nella “forma”. Adesso, però, la situazione si è ulteriormente evoluta e i soldi portati in dote da Rossi aprirebbero addirittura le porte della squadra ufficiale, anche se ci sarebbero ancora alcuni ostacoli da superare. Il primo, il più grande, è la resistenza di Lin Jarvis, numero uno di Yamaha corse che non ama – non ha mai amato – Valentino e sta facendo di tutto per continuare con Ben Spies, anche per le pressioni dell’importante filiale americana. Jarvis, però, è praticamente l’unico all’interno di Yamaha “contro” Rossi e la possibilità di avere uno sponsor vero, che garantisce una certa tranquillità economica al team giapponese, ha ammorbidito decisamente la posizione del manager.
Del resto, anche Carmelo Ezpeleta, numero uno del motomondiale, in settimana aveva annunciato in una intervista: «Nel 2013 Rossi avrà sicuramente una moto competitiva» per poi aggiungere, forse consapevole di averla detta troppo grossa, «che potrebbe anche essere una Ducati». Un’affermazione che Valentino aveva liquidato con una battuta: «Si vede che Ezpeleta ne sa più di me»: non poteva dire altro.
Con Valentino Rossi in Yamaha, con la HRC praticamente fatta con Dani Pedrosa e Marc Marquez, rimarrebbe da sistemare il team Ducati, orientato, come detto, a ingaggiare Crutchlow, con il secondo pilota ancora da decidere, mentre per Andrea Dovizioso rimarrebbe forse solo il posto nel team Tech3, perché le prestazioni di Alvaro Bautista porterebbero a una riconferma del pilota spagnolo.
Giovanni Zamagni
28/06/2012
Alex