Leggendo un editoriale su Motosprint (e anche su alcune pagine web non solo italiane, che comprovano la notizia), pare che anche Lorenzo stia puntando a correre ancora per un paio di stagioni.
Il maiorchino ha detto che qualcosa in lui è cambiato, ora sente molto di più la rispetto a prima, segue l'istinto come ha sempre fatto ma lo fa ponderandolo con la ragione.
E' stata in particolare la sua prima stagione in MotoGP a farlo cambiare (tante cadute, tante fratture), e i successi ottenuti nel mondiale hanno già appagato il pilota. Anche perchè ha di fatto battuto il numero uno al mondo (vedremo quest'anno come andrà).
Insomma, pare che i piloti troppo precoci arrivino anche troppo precocemente alla fine della carriera; anche Lorenzo alla fine è quasi 20 anni che corre.
Non è che il prematura avvicinamento alle corse tenda a "bruciare" i piloti?
Osservando le biografie, Rossi ha di fatto iniziato a correre a 14 anni, Biaggi addirittura a 18, Capirossi anche lui tra i 14 e i 15 anni.
E fa specie vedere che a 14 anni Stoner correva da 10 stagioni (a 15 anni Stoner aveva già collezionato 41 titoli del dirt track australiano classi 50 e 125!!!)
Così come a 4 anni ha iniziato anche Lorenzo (partito dal minicross per approdare a soli 10 anni alla classe 50cc).
Al confronto Marquez ha "iniziato tardi", dal momento che ha iniziato "già" a 6 anni (e aveva già bene in mente gli obiettivi, vedendo la maglietta in secondo piano...).
Non è che il mix tra moto più facili (che richiedono comunque minor gavetta) e una spinta eccessiva da parte dei genitori abbia stressato troppo questi giovani talenti portandoli ad abbandonare il mondo delle corse in età molto più giovane rispetto a prima?
Anche perchè è evidente che una professione viene vissuta come passione nel momento in cui "si vuole davvero correre" (vedi Rossi, Biaggi, McGuinness, ad esempio), mentre viene vissuta come "un dovere" se imposta fin dalla giovanissima età.
O mi sbaglio?