I ricordi di Benrete

[benrete]

Ieri sono tornato per un paio di giorni nella cittadina che mi ha dato i natali e il tuffo nel passato mi ha riportato a mente ricordi che non immaginavo fossero ancora custoditi nei meandri di una memoria che oramai è presa dalle questioni quotidiane, pressanti. Bastano delle istantanee, focus chiave che aprono serrature di porte con la polvere ma che aperte fanno scorrere di fronte a te film girati in apparenza da un altro regista. La mia chiave è stata il garage della casa genitoriale e in primis l'odore.. si, quella polvere mista ad olio e limatura di ferro, senz'altro rimasta dalle domeniche di papà che armeggiava sul tavolo da lavoro. Ebbene l'istantanea mi riportava alla vespa; si la mitica vespa 50 venduta da Filippo, un amico che alla morte del nonno stava sbolognando tutti gli oggetti che oramai si accumulavano nel garage dell'intraprendente vecchietto. Prontamente all'arrivo nel mio box fu intamarrata a dovere: fascioni di gomma neri, cassetto retro scudo con le immancabili casse acustiche (un must!), muso anteriore del PX e... marmitta Polini! Ebbene si, una vespa che si rispettasse non poteva prescindere dal mitico ricambio, accessorio che prometteva (nei nostri sogni) mirabolanti performance ma che all'atto pratico faceva guadagnere si e no 5 km/h facendo perdere qualcosa in basso. Ma vuoi mettere il rumore! La vespa è stata una fedelissima compagna per due anni, mi accompagnava dappertutto e cominciava a farmi comprendere l'essenza del viaggio. Niente di speciale ma i percorsi medio brevi ad andatura di ciclomotore ti facevano comprendere che il bello di andare su due ruote non era arrivare, ma percorrere... percorrere la strada con calma, pensando e immedesimandoti nelle difficoltà del percorso come a metafore di una vita che se percorsa troppo velocemente poi ne perdi l'essenza. Ma una volta però abbiamo esagerato. Pronti via, obiettivo mare.. Io sono di Isernia e il mare più vicino è Vasto. 76 Km non certo pianeggianti e affrontati con motorini col fardello di 2 persone! Ma come potevamo mai pensare che in 76 km non avremmo mai incontrato una pattuglia! Ed infatti non 1 ma 3! Ma miracolosamente ci lasciano andare portando a compimento il sogno adolescente del 1° viaggio, lungo, trasgressivo, partecipato e fra amici. Il massimo...... Continua

[benrete]

Quella volta al mare fu lo spartiacque fra l'infanzia e l'adolescenza. Insomma si poteva fare ma con qualcosa in più.... 40 all'ora poi non erano sufficienti. Cominciavo a intravedere tutti i limiti dell'età infantile, le possibilità negate ma soprattutto la mancanza dei mezzi materiali per poter accedere ad una gamma di sogni diversa, maggiore ma soprattutto più variegata. In altri termini il 125. Ora, chi ha la mia età ha i suoi miti... oggi proprio non so cosa faccia tremare i polsi ai 16 enni ma all'età dei miei brufoli c'era di cui innamorarsi. AF1, NSR a piena potenza ti aprivano le porte nell'iperspazio. Un pò come i telefonini oggi, segnano un passaggio affatto graduale fra un mondo pieno di regole ad una condotta che diventa indipendente e piena di possibilità. Gli smartphone di oggi sono delle portaerei in mano a tanti Schettino, danno accesso a tutto lo scibile senza controllo, mediazione o educazione. E cosa erano in fondo le nostre 125? 35 cavalli proiettavano quei piccoli mostri a 170 all'ora ed il fatto che provenissimo da cinquantini spompati non sembrava preoccupare l'amministrazione. Ebbene i miei sonni adolescenziali erano turbati da: Gilera KK rossa. L'aveva un mio amico tanto fortunato quanto disprezzato da me perchè la nobile cavalcatura era sottoutilizzata da lui per fighi burnout o cagate varie (è figlio di avvocato!) diventando così il mio nemico giurato perchè se io non riuscivo ad avverare i miei progetti di scoperta e libertà in fondo era colpa sua. Un pò come per la ragazza dei tuoi sogni che non ti caga ed in più si fidanza con un bastardo, solo tu la renderesti felice e lui la tratta come una pezza.... ma in fondo a lei piace così.... continua

[RB74]

Il 125 fu, purtroppo, un desiderio mai avverato... ma tanto agognato.

[LuigiPiu]

Bei ricordi, ho avuto un desiderio simile, a un'amico gli fu comprata una cagiva c10 nuova fiammante, io però meschinetto un anno dopo riuscii a prendere un'usato l'mtx 125 honda. Una vera cariola in confronto al c10 ma pur se usata e non tanto tenuta bene mi ha dato le sue soddisfazioni, ho girato in lungo e in largo la nurra, la Gallura e il sassare
120 km/h a manetta e tanto tanto sterrato, anche in 2. Ahimè proprio in 2 sullo sterrato ruppi alcuni raggi è il cerchione ..... che ve lo dico a fare
Il cagiva c10 una bomba, non ricordo la velocità di punta ma era un missile.
Poi però quel sogno non si è mai avverato, arrivò più tardi il DR600 suzuki, che moto. Si accendeva sempre, 10 anni insieme, che ve lo dico a fare l'intera Sardegna questa volta visitata in lungo e in largo.
Nel 2001 ultimo anno insieme, qui in Lombardia, forse l'unica o almeno una delle poche targata SS che si vedeva girare lungo il sempione. Da buon tamarro avevo eliminato il portatarga originale, bucato la plastica posteriore per creare il supporto alla targa
Non si può vedere una moto con il portatarga originale, preferite una bella donna con un bel lato B in perizoma o con il mutandone della nonna?
Qui mi fermo, manca il Gsr600 e poi la bellissima, con un super lato B , no mutandone, la CB

[benrete]

La Gilera è stata l'oggetto dei miei sogni per almeno un anno ma oramai, al di là del modello, il dado era tratto: la necessità di andare oltre era diventata ossessione e mio padre fu oggetto di un bombardamento costante che io, come genitore,al suo posto avrei destituito la patria potestà. Ma non ha ceduto, mettendomi di fronte alla sola possibilità di vendere la vespa e, col ricavato o con un piccolo aiuto, potevo salire di cilindrata. Roberto, mio amico, acquistò la vespa che poi finì di taroccare e riverniciò da bianca a verde scuro metallizzato; non senza mettermi in mano 500 mila lire con i quali comprai la Honda XL di Cristiano. Moto dell'82 (eravamo nel 90). La moto era praticamente distrutta, provata da una guida strafottente e da occasionali uscite da cross che avevano reso le sospensioni marcie e il motore devastato. Raggi rotti e parastrappi finito più una serie infinita di parti rotte ma.... era 125! In effetti era una moto sui generis, 110 di velocità max ma 70 km/h di velocità umana oltre la quale le vibrazioni erano così forti che smuovevano gli organi interni. Con il mio vibromassaggio avevo finalmente coronato il sogno di eplorare più in là: Frosinone, Cassino, Formia e in più Roccaraso, Pescasseroli, Villetta Barrea e mille altre destinazioni... la moto oramai era parte di me e dovunque dovessi andare, ci andavo in moto! Ma anche qui arriva il momento limite, il viaggio clou che ti fa desiderare altro, di più o almeno meglio. Estate 1991,4° superiore, campeggio a Terracina. Due notti che hanno segnato la mia esistenza. La mattina pronto, XL carica (borse e elastici, altro che moto valigie), casco jet e occhiali da sole. Per arrivare mi aspettavano 170 km che sarebbero stati il compendio di 3 anni su due ruote, un sorriso stampato in faccia che faceva trasparire il piacere, la partecipazione totale ad un viaggio che finalmente ampliava il mio orizzonte che stava per diventare adulto... e che tutto era esattamente come volevo. Viaggio, mare, amici e ritorno... la moto era così devastata che perdeva olio ed io, così preso, non mi accorgo che stava finendo. Eppure la moto mi porta fino al garage,costante, decisa,caparbia.... poi muore...per sempre... fusa! E' stata così importante e fedele che ancora è nel box.... come la foto di una ex di cui ricordi, anche se non più innamorato, con piacere solo le cose buone....continua

[marin.car]

Bellissimo racconto, complimenti,
Mi Sembrava di essere lì con te a vivere quei ricordi


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[benrete]

Prima di ricominciare con i ricordi ci tengo a fare una premessa: la visita a Isernia, terra natìa, è purtroppo coincisa con la morte di mia madre. Ora, io capisco che delle mie scorribande giovanili forse non vi interessa granchè, ma questo è stato il primo luogo dove poter condividere sensazioni, storie che hanno caratterizzato la mia giovinezza ma che purtroppo con la perdita del genitore saranno rilegate e riposte nella libreria come un volume già scritto.... finito. Quindi il mio scopo è fissarle scrivendo delle immagini rendendole il più motociclistiche possibile ma soprattutto non colorarle di un grigio tristezza.
Dove eravamo.. ah si, la XL :-) Morì nell'estate del '91 a seguito del viaggio a Terracina, morte che però mi insegnò alcune cose magari scontate ma che a un pischelletto poco importano: le moto non vanno solo con la benzina, non si può avere sempre questa fiducia illimitata verso un pezzo di ferro... L'estate comunque era terminata, mi aspettava l'ultimo anno di scientifico e poi il salto nel buio verso la maggiore età. Università, militare e poi i primi lavori, una centrifuga di eventi che vivi alla velocità della luce e che ti fanno perdere i riferimenti, le priorità. E' come quando cominci a fare la spesa da solo, nell'ipermercato trovi migliaia di articoli e ti ritrovi il carrello pieno di cazzate: dopo un pò che la fai però ricordi che in fondo sono quelle le cose che ti piacciono e ritorni a selezionare il giusto, quello che vuoi veramente. Ecco, il momento della selezione è avvenuto a 25 anni, 7 senza moto ma probabilmente è stato meglio così. Passavo di fronte a un venditore di auto usate che aveva esposta una Red Rose 125: 800 mila lire per l'ennesima moto stra usata ma soprattutto stra taroccata! ... continua

[benrete]

La Red Rose è stata la chiave che ha riaperto un mondo oramai sopìto da qualche anno, un porta a tutta una gamma di emozioni e colori che mi riagganciavano ad anni verdi e spensierati ma con nuove possibilità! Diamine, a 25 anni potevo fare ciò che volevo! Vado dal concessionario con aria esperta e navigata ma in cuor mio sapevo che l'emozione mi avrebbe falsato ogni valutazione ed infatti fu così: la moto era praticamente un rottame. Sella a pezzi (prontamente rifoderata da un tappezziere in pensione che fece un lavoro magnifico e morì una settimana dopo), freni da rifare, impianto elettrico non certo di primo pelo e serbatoio completamente arruginito all'interno. Ma aveva un motore, un 160 malossi super incazzato che regalava calci nel sedere incredibili accompagnati da una nuvola di fumo blu che talvolta provocava qulche clacson di automobilisti giustamente incazzati. Al regime di coppia se sfrizionavo la gomma slittava in rettilineo e in curva faceva virgole degne della motogp. Il problema della moto era proprio questo: ingestibile, o tutto o niente e poco collimava con trasferimenti su strada... ma qualche viaggio l'ho fatto, mare soprattutto e qualche laghetto che nel parco nazionale di abbruzzo abbondano, sufficienti per incendiare brace coperta dagli eventi. La Red era comunque una moto magnifica da vedere, nera e bianca con misure da cilindrata superiore, il passeggero era in poltrona e finalmente i 120 di media facili non erano più un miraggio.... continua

[RB74]

Foto?

[benrete]

Ho una scatola piena di vecchie foto... proverò a vedere se esce qualcosa