COMUNQUE
TEST RIDE MT09SP 2021
Ed eccoci alla recensione di quella che, fin da subito, ho saputo essere la principale candidata a diventare la mia nuova moto. Perché avevo fatto un bel test ride del primissimo modello che uscì, perché avevo guidato anche la versione 2020 sp che aveva mio fratello, ed in tutte queste incarnazioni mi era piaciuta moltissimo, soprattutto per quella meraviglia tecnologica che è il motore cp3.
Perché, bisogna precisarlo, fin dall'inizio il grandissimo protagonista delle prestazioni ed emozioni di questa moto è lui.
Anche in questo caso la richiesta di test drive ha avuto prontissima risposta da una concessionaria che si trova vicino il mio posto di lavoro, quindi un plauso anche a Yamaha.
La moto va detto, e non ci si può sorvolare sopra, esteticamente si trova in quel confine che separa un aspetto particolare da un'estetica brutta. In particolare, l'elemento che lascia più contraddetti è sicuramente Il faro, che dà l'impressione che darebbe il faro di una carenata senza il cupolino. A questo ci aggiungo la totale assenza di una qualsiasi copertura nella triangolazione che si trova fra sella, pedane e serbatoio con, sul lato destro, il regolatore di tensione lasciato orribilmente in bella vista. Ok che l'estetica è un fattore totalmente soggettivo, ma il primo impatto è che la moto abbia perso particolari di carena per strada.
Il modello che ho provato montava già lo scarico Akrapovic, previsto come accessorio, ma non conosco onestamente eventuali dati sul risparmio di peso e guadagno di potenza.
Parlando della posizione di guida, l'ho trovata estremamente diversa da quella della Street Triple che ho provato due giorni prima. Il manubrio è molto rialzato, nonostante Yamaha dichiari di aver abbassato di 3 cm il cannotto di sterzo, e lo si capisce osservando i riser che sono veramente kilometrici. La posizione è estremamente piatta, con il busto in posizione praticamente eretta senza il benché minimo aggravio sui polsi. La distanza del manubrio è leggermente maggiore che sulla street, e di conseguenza molto più simile a quella della mia Hornet, sulla quale anche il manubrio risulta un po' più basso. La piega di quest'ultimo invece è la medesima. La sella, molto ampia, è assolutamente confortevole anche di serie mentre, come su tutte le tre cilindri, la sensazione di snellezza della moto in mezzo alle gambe è notevole. Le pedane, nella posizione di serie, risultano un po' basse per quelli che sono i miei gusti, ma Yamaha le ha intelligentemente dotate di regolazione dell'altezza.
La strumentazione TFT è decisamente piccolina ma le indicazioni sono tutte chiaramente leggibili e non troppo disordinate pur nel gran numero in cui si presentano mentre, i blocchetti sul manubrio, in particolare quello sinistro, necessitano come tutte le moto moderne di ampia consultazione del manuale di istruzioni, pena probabilmente innestare involontariamente un sistema di autodistruzione della moto. I pulsanti normali invece, come le frecce e clacson, si trovano in posizione naturale e facilmente raggiungibile senza pericolo di sbagliarsi, cosa che non posso dire invece dell'equivalente blocchetto della Triumph che ho provato l'altro giorno
Una volta in sella ho apprezzato immediatamente, come sulle altre due moto provate due giorni fa, la morbidezza della frizione che stacca più o meno a metà della sua corsa utile. Il cambio, dotato di serie di blipper, è estremamente più morbido di quello Triumph, a parità di chilometraggio , con innesti molto più precisi e corsa più breve.
Avendo provato la moto nelle stesse condizioni dei test precedenti, ovvero in un misto fatto di traffico romano cittadino, lunghi rettilinei e poche strade con qualche curva dignitosa, ho potuto verificare quello che, a mio avviso, è forse l'unico grosso difetto della moto, ovvero un raggio di sterzo invero piuttosto limitato, che rende molto più difficoltoso lo svicolare nel traffico cittadino, rispetto alla mia Hornet, ma rispetto a quasi tutte le naked che ho posseduto in precedenza. Il che non vuol dire che non si possa svicolare, ma che bisogna decisamente riparametrare gli anticipi con cui ruotare lo sterzo ed infilarsi tra le auto.
Ma veniamo alle cose più succose: premetto che la moto, pur dotata di mono Ohlins pluriregolabile e forcella kyb pluriregolabile, era assettata molto sul morbido e per un pilota piuttosto leggero(un loro venditore di 60kg), quindi piuttosto sprecaricata. Di questa caratteristica mi sono accorto nelle occasioni in cui ho avuto modo di tirare in maniera piuttosto ignorante seconda terza e quarta marcia. Precisiamo che il motore è una vera bestia, con una coppia ai bassi regimi da 1000, se non di più, ed un allungo notevole se consideriamo l'architettura del motore. Il problema è che, con il mono così sprecaricato, l'entrata in coppia in queste marce corrispondeva con un leggero innesco di oscillazioni da parte del manubrio, che non era propriamente rassicurante. Oscillazioni che, assolutamente, sono imputabili all'assetto descritto, dato che mi è bastato, al secondo tentativo, abbassarmi leggermente sul manubrio per smorzarle del tutto.
Ho giocherellato un po' con le quattro mappature(variazioni che possono avvenire solo con la frizione tirata o a moto ferma), verificando che le prime tre ammorbidiscono gradualmente la risposta del gas, che nella mappatura più spinta è decisamente veemente, mentre la quarta, che mi dicono tagliare 25 cavalli della potenza massima, è curiosa perché praticamente elimina l'entrata in coppia, la moto diventa una sorta di scooter spompo da 100 cavalli, e che la rende decisamente molto gestibile in situazioni di asfalto viscido. Questa è l'unica regolazione elettronica con cui ho fatto delle prove, più che altro per
di creare casini con le altre.
Capisco perché i tester professionisti l'abbiano definita la moto definitiva da Stunt, perché con quella posizione di guida eretta, quel manubrio largo, quel motore, e quella erogazione, ad esser capaci di impennare credo che si riesca ad alzare la ruota anteriore di seconda e non metterla giù fino alla quinta.
Come ho già detto, il cambio elettronico, a salire e a scendere, è praticamente perfetto e non manca un innesto neanche a volerlo.
Il freno anteriore mi è piaciuto moltissimo. Perché l'ho trovato potente e modulabile. Ad un tanto di pressione sulla leva corrispondeva sempre un tanto di risposta sulle pinze, e quando la situazione lo richiedeva la potenza frenante era tanta. E questo considerando che la nuova pompa radiale, non è altro che una nissin, del tutto simile alla famosa nissin radiale serie oro che vendono on-line e della quale personalmente non ho mai decantato le qualità, Eppure questa, unitamente al resto dell'impianto, non mi farebbe assolutamente venir voglia di montare sulla moto la mia fidata Brembo rcs.
Per quanto riguarda il poco di guida che ho potuto fare, la moto mi ha dato l'impressione di leggerezza, agilità ma assoluta solidità una volta impostata in traiettoria e raggiunto l'angolo di piega desiderato. Sicuramente, l'ho trovata meno aggressiva rispetto alla Street Triple che mi è risultata veramente impressionante a livello di precisione e direzionalità dell'avantreno.
Una volta rientrato dal test, ho scorso rapidamente la lista degli accessori eventualmente installabili, e che rientrerebbero in un pacchetto di 500€ compreso nel prezzo di listino, e che in effetti la renderebbero molto adatta alle mie esigenze, come la sella comfort, il cupolino Fly, è il portapacchi posteriore con maniglie del passeggero incorporate.
In parole povere, Se riuscissi a fare 3000-3500 euro con la mia Hornet, avrei già firmato il contratto d'acquisto, considerando che non so chi ti dia un pacchetto così completo, con la proverbiale affidabilità giapponese, a poco più di 11000€.
Certo, sono conscio che dovrei autoconvincermi che il faro, una volta seduto in sella, non si vede : lol :
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