Spuntano come funghi dalla sera alla mattina e si trovano sempre più spesso a bordo delle strade comunali o provinciali. Sono gli Speed Check o Velo Ok, a seconda della ditta che li produce, e i comuni li stanno installando come deterrenti alla circolazione veicolare.
Sono già costati delle vite
Tutto bello e interessante se non fosse che il Ministero dei Trasporti, con due circolari (una del 24 luglio 2012 e la più recente del 30 settembre 2013) ha ribadito quanto già espresso: gli Speed Check non sono a norma e andrebbero rimossi. In alcuni casi, come in provincia di Alessandria e di Bergamo, sono stati protagonisti di incidenti mortali.
Motociclisti li hanno infatti centrati e sono deceduti. In campo è scesa anche una associazione di consumatori, la Globo di Alessandria, che ha aperto una serie di procedimenti legali. Al punto da coinvolgere anche il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture che, con lettera del primo Direttore Generale, ha specificato quello che la gente sa ma i comuni ignorano.
circolare ministeroCliccare sull'immagine per ingrandire e leggere la circolare
Cosa dice il Ministero
Ovvero che “i manufatti in questione non sono inquadrabili in alcune delle categorie previste dal nuovo codice della strada e dunque per essi non risulta essere concessa alcuna omologazione ovvero approvazione ai sensi dell’articolo 45 c 6 del codice e dell’articolo 192 c2 c3 del regolamento".
"L’eventuale impiego come componenti della segnaletica non può essere autorizzato in quanto i manufatti non sono riconducibili ad alcuna delle fattispecie riconosciute dal vigente regolamento. Nel caso di installazione a bordo strada deve essere valutata la possibilità che tali manufatti possano costituire ostacolo e pertanto esiste l’opportunità di proteggerli adeguatamente ai sensi della vigente normativa in materia di dispositivi di ritenuta”.
Nessuna possibilità di errore
Quindi il Ministero è stato chiarissimo, ma comuni e province pare non ci sentano, tanto che ormai per essi si ipotizza
anche il reato di danno erariale: spendere soldi per qualcosa che non è in regola, è infatti reato. Il costo di ogni scatolotto varia da 2 mila euro a 5 mila euro, e di solito i comuni li acquistano per trattativa diretta.