Ciambella col buco
Compatta, maneggevole e fulminea. Questi sono i 3 aggettivi che meglio descrivono il comportamento dinamico della nuova CB.
Honda ha centrato il bersaglio con tutte le frecce del suo arco. Ve lo diciamo subito: motore e ciclistica non prestano il fianco a nessuna critica, con il rischio concreto – per chi scrive – d’essere tacciato di parzialità.
La missione di CB1000R è un’altra, regalare divertimento e piacere di guida in dosi massicce. E ci riesce a meraviglia.
Il peso contenuto (217 kg in ordine di marcia, con il serbatoio pieno) rende facile l’approccio con la moto nel traffico e permette di guidare con disinvoltura sui percorsi tormentati.
CB1000R ha una qualità per nulla disprezzabile. Non richiede un lungo apprendistato per entrare in sintonia con la sua ciclistica. Merito delle quote del telaio e della bontà delle sospensioni, che trasmettono fedelmente il comportamento degli pneumatici (Bridgestone Bt-015 sulla nostra moto).
La discesa in piega è rotonda, armoniosa. Basta pensare alla traiettoria per ritrovarsi al punto di corda. Immediati anche i cambi di direzione, favoriti – a detta degli ingegneri Honda – dall’accentramento e abbassamento delle masse. In primis lo scarico.
Buoni voti raccoglie anche la frenata, che non impressione per incisività nella fasi iniziali,
ma offre la potenza e, soprattutto, la modulabilità adatte all’uso stradale della moto.
quindi?
